Non precari, ma Smart!

L’altro giorno ero alla stazione Ostiense di Roma e guardavo Italo, il treno della NTV. Una delle cose che si nota subito guardando Italo è la grandezza delle scritte (bianche) con le quali sono segnalate le diverse carrozze (rosse) in base a quelle che una volta si chiamavamo “classi”. I vari Italo hanno diverse classi, ma fondamentalmente la distinzione principale è tra carrozze Prima e carrozze Smart. Ora è abbastanza semplice disinnescare il lavoro di marketing dietro questa scelta. Non ha senso l’esistenza di una prima se non in relazione ad una seconda (e a una terza magari), così come se esiste una smart automaticamente le altre scelte altrettanto smart non potranno esserlo, pena la perdita totale di senso della smartness originale.

Mentre riflettevo su questa cosa mi son reso conto che Smart è anche il nome della tariffa telefonica del mio SMART-phone (!), tariffa che quasi un anno fa scelsi tra una discreta serie di altre tariffe che, guarda un po’, offrivano maggiori servizi ed erano, guarda ancora un po’ che coincidenza, anche più costose. Ho fatto allora una rapida ricerca in rete e mi son reso conto di quanto diffusa sia la parola Smart nelle varie offerte commerciali di imprese di vario titolo. Fatelo anche voi, ci vuole poco! Troverete offerte smart in ogni dove!

Ho scritto dunque questo post per risollevare quei tanti, come me, che sono sottopagati, che non hanno che ridicoli contratti a tempo, che si trovano come responsabili sul lavoro persone con minori competenze, con minore voglia di fare e, soprattutto, con minore passione e immaginazione.

Carissimi, vi esorto a smetterla di usare il termine precario. Smettiamola con questa parola che altro non fa che dare di noi una rappresentazione negativa. Noi non siamo precari, siamo smart, Ficcatevelo in testa! Vi offrono contratti di merda? Collaborazioni non pagate? Avete due lauree e fate le baby-sitter? Lo stage è senza rimborso spese? Non prendetevela con nessuno, perché voi siete Smart, e se voi siete Smart va da sé che gli altri non possano che essere…..

Alla prossima,

Stefano

smart

Maledettamente Choosy. Quello che Nonno Ugo, vanamente, tentò di insegnare ad una generazione.

Quando ero piccolo i miei coetanei più fortunati – molto più fortunati – apparivano nelle pubblicità del mobilificio Rossetti insieme al pagliaccio Tata di Ovada e Nonno Ugo (A.K.A. il nonno più buono del mondo). In questi spot a questi miei coetanei veniva dato un grosso martello da clown e l’indicazione di colpire con questo un pulsante di un grosso e affascinante macchinario pieno di lucette. Una volta colpito, il macchinario vomitava un giocattolo per lo schifosamente fortunato mio coetaneo di allora, giocattolo che, insieme ad uno speciale diploma, debitamente compilato e certificato dal mobilificio, veniva consegnato allo zozzo coetaneo di allora da Nonno Ugo in persona. A questo punto il tale maledettissimamente favorito dalla sorte mio coetaneo di allora veniva congedato da Nonno Ugo per dare spazio ad un altro piccolissimo/a figlio/a di troia/o. Veniva congedato un po’ bruscamente di solito, perché i tempi delle tv commerciali erano rigidi  e poi, dopotutto, lo stomachevolmente fortunato ragazzino senza fare un cazzo di nulla aveva avuto un ninnolo AGGRATIS e pure il PEZZO-DI-CARTA! Ce poteva pure stà no? E infatti tutti erano felici ed il macchinario sputa-giocattoli una sorta di mostro freddo che nessun bambino di allora si sognava di contestare, anche se al maschietto capitava la Barbie o se, come spesso accadeva, si vedeva la mano di qualche addetto allungare il balocco attraverso la bocca del macchinario. Tutto era bello, c’erano luci, vallette, Nonno Ugo era sexy e Tata non si drogava. Già, ma poi? Come è che siamo cambiati? Cosa ci è successo? Che fine ha fatto Tata? E Nonno Ugo? In che discarica è finito il macchinario? Ma soprattutto, perché quei bambini che accoglievano senza fiatare quei doni sono diventati oggi così maledettamente CHOOSY?

La Fornero ha ragione. Ci siamo guastati. Siamo inaccontentabili. Siamo degli Choosy del cazzo!

Ma, mi chiedo, cosa ci ha allontanato dalla strada indicataci da Nonno Ugo? L’imbarazzante scelta dei personaggi in Street Fighter? La possibilità di creare giocatori di colore in Sensible Soccer? I compiti in classe a risposta chiusa? L’opzione “non al pc” e quella “occupato” su MSN? Il caffè al Ginseng? La difficile logica delle combinazioni dei menù del Mac? Le NIKE con l’aria? Linux? I Trans? La7? C O S A?

Dove abbiamo fallito? In quale momento abbiamo dimenticato che il macchinario non si discute e che è giusto dire grazie a chi ti ha messo il martello in mano perché ci sono altri a casa che quel martello in mano se lo stanno sognando?

Insomma: ti è capitato Blanka a Street Fighter e non sai fare la scossa??? ZITTO E GIOCA!!!

Blanka mostra a Ryu come caricare l’I-Phone tenendolo in tasca.

Le dieci condizioni per accontentarsi di essere la Generazione Perduta di Monti

Le dieci condizioni per accontentarsi di essere la Generazione Perduta di Monti.

Sei deluso? Incazzato? Frustrato? Ma…hai gli occhi rossi!!! Non avrai mica pianto? Ma perché, pensavi che sarebbe andata diversamente? Guardati un po’, hai tra i 30 e i 40 anni e sei italiano (non ti basta???). Ti sei fatto venti anni di Berlusconi, venti anni di  Ligabue e venti di studi che rendono queste prime due cose ancora più dolorose.

Prova a scorrere un po’ la lista dei tuoi amici di facebook. Che gente eh? In quanti arriveranno alla pensione? Quanti riuscirebbero a spiegare la loro posizione contrattuale lavorativa con meno di quindici parole? Alcuni, ok, hanno figliato, sembrano felici e tutto il resto. Ma da quanto tempo è che non li vedi? Ci sarà un motivo no?

Mario Monti dopotutto l’ha detto chiaro e tondo: “GENERAZIONE PERDUTA”. Perduta! Non smarrita, non nascosta, non in stand-by, in panchina o in vacanza al mare. PER-DU-TA!

Che fai piangi ancora? Ti abbuffi di Gocciole? Cerchi ancora Master o stage, provi a imparare il cinese? Firmi il manifesto della generazione perduta in cui chiedi rispetto, merito, impegno, progetto e fiducia? Vuoi davvero convincere qualcuno di essere utile chiedendo fiducia? Non si tratta di attraversare la strada da solo per comprare il pane o di guidare la macchina di papà. Non c’è nulla da fare. Dovresti averlo capito e da un pezzo! È finita! Game Over! Almeno cerca non renderti ridicolo, no? Vai piuttosto a venderti l’oro che con la sfiga che hai magari poi il prezzo scende e ringrazia i tuoi genitori che ti hanno battezzato!

Cosa dici? Hai ancora grinta tu? Ancora mordente? Naaaa… È andata! Credimi, non è colpa tua. Non è perché non sei abbastanza liberale, perché hai trascurato il CV  o creduto poco nella stronzata di essere l’imprenditore di te stesso. È andata perché ti hanno fottuto. Punto! Fottuto! Facile no? Stacce!

Ascoltami però. Ho un’idea, una buona idea. Ti offro una possibilità, ti regalo un sogno.  Ci hanno detto che siamo fuori dai giochi, che per noi non si può fare nulla, che oramai le carte sono state tutte giocate e a te questa sembra la fine. Beh, caro mio, io ti dico che questo è solo l’inizio. Ci dobbiamo sacrificare per le generazioni future? Beh! Siamo italiani, siamo nel paese cristiano per antonomasia e noi cazzo il sacrificio ce l’abbiamo nel sangue! Ci porgono il calice? Noi lo accettiamo! Ci dobbiamo sacrificare? Noi ci immoliamo! Servono vittime? Siamo qui apposta! Ti sembra la fine? È la cosa migliore che ci potesse capitare invece! E sai perché? Perché siamo liberi! Lo hai capito? Niente stress, niente ansia, niente di niente. Li-be-ri! Accettiamo tutto! Flessibilità? Nessuna previdenza? Nessuna prospettiva? Niente mutuo? Niente asilo? Ok! Rinunciamo a tutto, ma mettiamo prima le cose in chiaro però!

Noi accettiamo, accettiamo tutto e usciamo dai giochi (da gran fighi tra l’altro) ma vogliamo dettare alcune piccole condizioni!

Eccole qua!

1 Generazione Perduta “GB”: il brand. Verrà istituito il brand GP (si sa che i dannati affascinano e vendono). Ci sarà una linea di vestiti GP, una casa editrice GP, profilattici GP e una catena di ristoranti e fast food, spudoratamente ispirati a Jurassic Park, GP. Il marchio verrà gestito da una decina di manager valdostani GP che si saranno distinti per dissolutezza (tanto per facilitare la selezione). Ogni GP riceverà azioni e dividendi della società.

2 Televoto gratuito.  Verrà consentito ad ogni GP di votare gratuitamente in tutte le trasmissioni televisive nelle quali è previsto il televoto, da “Amici” a “L’isola dei famosi” passando per “La prova del cuoco” (c’è il televoto?). L’incognita “Generazione perduta” sull’esito delle votazioni, adeguatamente evocata e spettacolarizzata nei dibattiti tv e all’interno degli stessi programmi, avrà effetti positivi sul brand e su tutto il relativo merchandising GP (vedi punto 1), per non parlare di quanto ne beneficerà il festival di Sanremo.

3 Sanremo. Il conduttore (o la conduttrice) del festival di Sanremo dovrà necessariamente essere scelto tra i GP. Sanremo giovani diventerà Sanremo GP e sarà presentato dal commissario Rex, Uan di “Bim Bum Bam” e dalla signora Ceppo di Twin Peaks.

4 Erasmus. Ogni quattro anni ciascun GP (a prescindere dal fatto che abbia mai frequentato l’università) matura il diritto a sei mesi di Erasmus. Questo non significa che deve trovarsi un’università europea. Se ne può stare tranquillamente sul divano di casa sua a bere grappa. Solo che è in Erasmus, percepisce una borsa non inferiore al suo stipendio normale e verrà continuamente invitato ad un mucchio di feste fighe da ragazze spagnole dai seni turgidi (o da ragazzi spagnoli dai seni turgidi nel caso di GP donne).

5 Genitori d’ufficio verranno forniti alla dipartita di quelli naturali con capacità culinarie (e pensioni) non inferiori alla coppia che sostituiscono. Nel caso che la morte non colga i genitori naturali del GP nello stesso istante il GP può comunque scegliere di sostituire il genitore sopravvissuto con una coppia nuova di zecca.

6 Trasporto pubblico. Posti riservati a GP sostituiranno sui mezzi pubblici i posti riservati ad anziani, invalidi, disabili e donne incinta. I GP potranno anche saltare la fila alla posta ammesso che si presentino allo sportello completamente nudi.

7 Defecare e fare sesso in pubblico è lecito se sei un GP (non contemporaneamente però). Non c’è obbligo di raccogliere le deiezioni. Per quanto riguarda il sesso il permesso riguarda anche le coppie miste (formate da un GP e da un non GP). Tale eccezione è tesa a fare dei GP dei partner sessuali fortemente richiesti.

Sberle e manrovesci possono essere allungati dai GP ai figli dei non GP.

9 Coni o coppette gelato da 1.50€ si trasformano in coni o coppette da 2€ se a chiederli è un GP. Quelli da 2€ in 2.50€ e così via. Se la richiesta iniziale del GP è quella più costosa tra il listino della gelateria il GP viene invitato a fare il giro e servirsi da solo e tutti i presenti nella gelateria devono intonare Awimbawe fino a quando il GP non ha posizionato la panna ovunque, e ripeto ovunque, voglia posizionarla.

10 La Domenica diventa la giornata del GP. Meglio che ti chiudi in casa se non sei un GP tanto la messa la danno alla tv.

Generazione perduta di tutta Italia: unisciti!

 

Stefano Mosso