NON CI SONO PIù I NEONATI DI UNA VOLTA. VIAGGIO NEL MONDO DEI PANNOLINI

Dedico questo post alla “Cardificio italiano SPA”, azienda che produce pannolini e che, nel descrivere le proprietà di “New Born”, un loro pannolino della linea “Paciuchino”, utilizza coraggiosamente la parola “feci”.

Se siete convinti che il politichese (il linguaggio utilizzato dai politici) sia per definizione il linguaggio della finzione, il linguaggio adatto per mischiare le carte e pervertire la realtà, beh, vi invito a fare un giro nel mondo dei pannolini. Troverete infatti sezioni intere dedicate al bagnato, all’asciutto, alla protezione, agli odori, alla sicurezza, al pericolo derivante dalle fuoriuscite: tutte parole o espressioni all’insegna del vago, dell’indeterminatezza. Bagnato di che? protetto da cosa? odore di che? Poi le fuoriuscite, ovunque fuoriuscite, ma di che cosa? mai e poi mai la realtà verrà chiamata per quello che è, al massimo rimbalzeranno termini come pupù e cacchina, termini che non solo sono un must negli spot televisivi e nei siti ufficiali, ma che vengono poi riproposti tali e quali anche tra i tanti forum di mamme e neo-mamme. Un capitolo a parte spetterebbe poi per la pipì da campione evocata in alcuni spot Pampers. Mi piacerebbe molto sapere come valutare tali pipì, oltre quale punto possiamo parlare di campione e non di un banalissimo infante piscettoso da subissare di fischi? Si potrebbe, pensavo, rispettando ovviamente un regolamento, organizzare un campionato?

A parte gli scherzi si imparano molte cose osservando gli spot sui pannolini. Innanzitutto non esistono più i neonati di una volta. Se una volta negli spot il neonato era assolutamente passivo, relegato al ruolo di una specie di porchetta distesa che la testimonial di turno cambiava col sorriso sulle labbra per illustrare la praticità del prodotto, i neonati di adesso negli spot vanni inseguiti. Corrono, saltano, si arrampicano, cadono, vanno in piscina, giocano e predicano la concordia tra le razze… insomma i neonati di oggi hanno l’argento vivo e gli spot (complici le inquadrature dal basso, cioè dal punto di vista del neonato) vi invitano ad entrare nel loro modo di percepire il mondo. Dunque sicuramente ancora convenienza, praticità, affidabilità (ovvero problemi sentiti dai grandi) ma anche libertà e comfort per i bambini impegnati  e per i piccoli esploratori del mondo.

Vi è poi un forte appello al mondo scientifico e al prestigio che evoca. Ricerca, materiali altamente tecnologici, traspirabilità, dati e statistiche sono tutte cose ben evidenti e pubblicizzate a dovere, ma il neonato di oggi è un neonato che soprattutto deve potersi esprimere, che deve piacere, ma che soprattutto deve piacersi. A tal proposito il pantaloncino “Duetto” (una sorta di via di mezzo tra un pannolino usa e getta ed uno lavabile)  è studiato per dare al piccolo di casa un look fashion proprio come la mamma. I modelli “Duetto” vengono infatti aggiornati ogni stagione in base alle mode. Sul loro sito assicurano che con “Duetto” non dovrai più nascondere il tuo piccolo in pannolino, ma invece mostrarlo, anche con un pizzico di vanità, così da renderlo più sicuro sin dalla primissima infanzia. Vedete bene come si sposano qui l’attenzione all’estetica con quella all’indipendenza del bambino, un bambino che sta bene con sé stesso e con gli altri, che non solo non deve vergognarsi di stare in società, ma che grazie a Duetto impara a starci sin dai primissimi rigurgiti. Un bambino sicuro, fiero, che gattona a testa alta.

Ovviamente Duetto è un caso limite, ma nonostante questo indicativo di come il fuoco, l’attenzione, si stia lentamente spostando verso il comfort e le esigenze dell’utilizzatore finale e non più solo su quelle dei genitori (anche se poi sono loro il target da convincere perché son loro a pagare). I “Little Walkers” di Pampers ad esempio sono pensati per poter cambiare il bambino mentre è in piedi e con la massima facilità. Altro che porchetta sul fasciatoio. Il cambio del pannolino va fatto rapido tipo pit-stop in formula uno. La mamma o il papà arrivano, cambiano e poi PUF! spariscono. Così il bambino può continuare a intrattenere gli ospiti.

All’insegna delle esigenze del bambino è poi quella genialata di operazione commerciale che risponde al nome di mutandina-pannolino. Facili e pratici da indossare questi prodotti (sicuri come un pannolino ma pratici come uno slip) sono studiati per assistere i bambini nella fase in cui iniziano ad usare il vasino. Di fatto si sono inventati un prodotto il cui scopo sarebbe quello di “dire addio al pannolino”. Una sorta di pannolino di transizione.

A proposito di sviluppo, come non menzionare i presunti disegni educativi che si trovano sui “Pull Ups” di Huggies. Io onestamente non vedo cosa ci possa essere di educativo in un disegno su un pannolino. Se consideriamo poi che i disegni in questione sono tratti dal film “Cars 2” nel caso dei bambini (pannolino blu), mentre per le bambine si ritroveranno le “Principesse Disney”( su pannolino rosa), mi sembra che più che educazione qui vi sia la solita riproposizione di assurdi stereotipi di genere. Ma qui mi fermo, perché si aprirebbe un mondo parlando di questioni di genere e articoli per l’infanzia.

Ma vi è dell’altro sui “Pull Ups”. Huggies fa infatti notare che questi disegni spariscono nel caso il bambino abbia fatto pipì. Mi viene da pensare che risieda in questo la funzione educativa del pannolino, specie considerando che “Pull Ups” è uno di quei pannolini di transizione verso il vasino. Chissà, che qualcuno mi illumini. Non so a voi, ma a me sembra una pensata davvero crudele questa cosa del disegno che sparisce.

Infine, un plauso alla Huggies (o a chi per loro) ha coniato lo slogan per la linea dei pannolini “Little Swimmers”, una linea di pannolini ideati per la piscina. Lo slogan in questione è “TANTI SPLASH, NESSUN PLOF!”. Davvero mi sento di alzare il cappello davanti a cotanta finezza ed estro. Non vedo l’ora davvero di diventare padre.

Buon PLOF a tutte/i.

Alla prossima.

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Maledettamente Choosy. Quello che Nonno Ugo, vanamente, tentò di insegnare ad una generazione.

Quando ero piccolo i miei coetanei più fortunati – molto più fortunati – apparivano nelle pubblicità del mobilificio Rossetti insieme al pagliaccio Tata di Ovada e Nonno Ugo (A.K.A. il nonno più buono del mondo). In questi spot a questi miei coetanei veniva dato un grosso martello da clown e l’indicazione di colpire con questo un pulsante di un grosso e affascinante macchinario pieno di lucette. Una volta colpito, il macchinario vomitava un giocattolo per lo schifosamente fortunato mio coetaneo di allora, giocattolo che, insieme ad uno speciale diploma, debitamente compilato e certificato dal mobilificio, veniva consegnato allo zozzo coetaneo di allora da Nonno Ugo in persona. A questo punto il tale maledettissimamente favorito dalla sorte mio coetaneo di allora veniva congedato da Nonno Ugo per dare spazio ad un altro piccolissimo/a figlio/a di troia/o. Veniva congedato un po’ bruscamente di solito, perché i tempi delle tv commerciali erano rigidi  e poi, dopotutto, lo stomachevolmente fortunato ragazzino senza fare un cazzo di nulla aveva avuto un ninnolo AGGRATIS e pure il PEZZO-DI-CARTA! Ce poteva pure stà no? E infatti tutti erano felici ed il macchinario sputa-giocattoli una sorta di mostro freddo che nessun bambino di allora si sognava di contestare, anche se al maschietto capitava la Barbie o se, come spesso accadeva, si vedeva la mano di qualche addetto allungare il balocco attraverso la bocca del macchinario. Tutto era bello, c’erano luci, vallette, Nonno Ugo era sexy e Tata non si drogava. Già, ma poi? Come è che siamo cambiati? Cosa ci è successo? Che fine ha fatto Tata? E Nonno Ugo? In che discarica è finito il macchinario? Ma soprattutto, perché quei bambini che accoglievano senza fiatare quei doni sono diventati oggi così maledettamente CHOOSY?

La Fornero ha ragione. Ci siamo guastati. Siamo inaccontentabili. Siamo degli Choosy del cazzo!

Ma, mi chiedo, cosa ci ha allontanato dalla strada indicataci da Nonno Ugo? L’imbarazzante scelta dei personaggi in Street Fighter? La possibilità di creare giocatori di colore in Sensible Soccer? I compiti in classe a risposta chiusa? L’opzione “non al pc” e quella “occupato” su MSN? Il caffè al Ginseng? La difficile logica delle combinazioni dei menù del Mac? Le NIKE con l’aria? Linux? I Trans? La7? C O S A?

Dove abbiamo fallito? In quale momento abbiamo dimenticato che il macchinario non si discute e che è giusto dire grazie a chi ti ha messo il martello in mano perché ci sono altri a casa che quel martello in mano se lo stanno sognando?

Insomma: ti è capitato Blanka a Street Fighter e non sai fare la scossa??? ZITTO E GIOCA!!!

Blanka mostra a Ryu come caricare l’I-Phone tenendolo in tasca.